“Come favorire autostima e autonomia nella crescita dei propri figli”.

La lezione della farfalla.

“Un giorno, un piccolo bruco decise che era il momento di chiudersi in un bozzolo per potersi trasformare in una bellissima farfalla. Passarono i giorni e, quando la trasformazione fu compiuta, la farfalla fece un piccolo buco per uscire dal bozzolo.

Un uomo che passava di lì per caso si mise ad osservare la farfalla, che per varie ore si sforzava per uscire da quel piccolo buco. Dopo molto tempo, sembrava che essa si fosse arresa e il buco fosse sempre della stessa dimensione. Sembrava che la farfalla ormai avesse fatto tutto quello che poteva e che non avesse più la forza di fare niente altro.

Allora l’uomo decise di aiutarla: prese un coltellino e aprì il bozzolo. Così la farfalla uscì immediatamente. Però il suo corpo era piccolo e rattrappito e le sue ali erano poco sviluppate e si muovevano a stento.

L’uomo continuò ad osservare la povera farfalla perché sperava che da un momento all’altro le sue ali si aprissero e fossero capaci di sostenere il suo esile corpicino durante il volo. Non successe nulla! La farfalla passò il resto della sua esistenza trascinandosi per terra con un corpo rattrappito e con le ali poco sviluppate. Non fu mai capace di volare.

L’uomo non era riuscito a capire che lo sforzo per passare per quel buco era necessario affinché la farfalla potesse trasmettere il fluido del suo corpo alle ali per poter volare. A volte, lo sforzo è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra vita. Se vivessimo la nostra esistenza senza incontrare nessun ostacolo, saremmo limitati. Non potremmo essere forti così come siamo. Non potremmo avere ali abbastanza resistenti per spiccare da soli il volo”.

Questo racconto illustra un importante aspetto che riguarda la psicologia dell’infanzia. Durante la crescita, il neonato attraversa diverse fasi che comportano un graduale passaggio da uno stato di dipendenza assoluta dalle cure genitoriali ad una maggiore indipendenza e autonomia, fino a raggiungere, in età adulta, una condizione di interdipendenza con gli altri e con l’ambiente, che comporta il conseguimento di un equilibrio tra la capacità di essere soli (diversa dallo stare soli di fatto) e quella di essere con gli altri.

A mano a mano che il bambino cresce si mostra sempre più interessato ad esplorare l’ambiente che lo circonda. A causa della novità delle situazioni che incontra e considerando le ancora limitate capacità motorie, linguistiche e cognitive, è del tutto normale che nella sua interazione con la realtà esterna si trovi ad affrontare degli ostacoli, vissuti come piccole frustrazioni.

Spesso, i genitori tendono a pensare che quanto più riusciranno a ridurre a zero queste frustrazioni, tanto più i loro figli non andranno in crisi e saranno sereni. Nella mia esperienza ho riscontrato che purtroppo le cose non vanno in questo modo, anche se ciò che fanno i genitori è sempre mosso dalle migliori intenzioni e dall’amore che provano per i loro figli. In alcuni casi, per esempio, possono dare sempre ragione al proprio figlio o accontentarlo in qualunque sua richiesta, oppure, possono fare le cose al posto suo per facilitargli un compito difficile. All’estremo opposto, avremo uno stile educativo caratterizzato da una iper-responsabilizzazione e adultizzazione in cui il bambino è trattato come se fosse un piccolo adulto e ci si aspetta che sia già in grado di organizzarsi e gestirsi da solo in età in cui può avere ancora bisogno di supporto e sostegno.

Il senso di autoefficacia (ovvero la convinzione di poter ottenere gli effetti desiderati con le proprie azioni) e di autostima sono una conquista che si realizza nel corso dell’esistenza ed i primissimi anni di vita sono cruciali.

È attraverso il superamento del disagio che il bambino sviluppa un senso di sicurezza interiore e costruisce una memoria di esperienze di successo in cui è stato in grado di affrontare qualcosa di spiacevole.

È importante che i nostri figli possano confrontarsi con il disagio perché diversamente essi non hanno l’occasione di superare le difficoltà che derivano dall’incontrare degli ostacoli, rimanendo in una condizione di fragilità.

È quindi opportuno incoraggiare i figli ad affrontare le loro difficoltà, senza intervenire costantemente per fornire loro soluzioni anticipate. Allo stesso tempo, in questi momenti, l’adulto può offrire la sua presenza in modo rassicurante, con delicatezza, attraverso parole affettuose ed incoraggianti.  

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Dott.ssa Elisa Zobbi, Psicologa-Psicoterapeuta Reggio Emilia