“A tutti coloro che…almeno una volta nella vita hanno affrontato o affronteranno una crisi”.
Mi sono chiesta che cosa fosse più utile scrivere come primo articolo del blog, la risposta l’ho trovata nel Mito di Er di Platone: trovo che racchiuda una bellissima metafora della vita e di quanto ciascuno di noi possa fare per crearsi le condizioni di un’esistenza più felice.
La storia.
<<Er era un valoroso soldato che, morto in battaglia, risuscita per raccontare che cosa ha visto nell’oltretomba divino costituito dalle due voragini del Cielo e della Terra. Nell’aldilà divino i giudici esaminavano le anime e ponevano nel petto dei giusti e sulle spalle dei malvagi la sentenza, ordinando ai primi di salire in cielo e agli altri di scendere sottoterra.
Intanto, dalle voragini uscivano altre anime che, dopo mille anni di espiazione o ricompensa (a seconda che provenissero da sottoterra o dal cielo) tornavano a vivere scegliendo il loro Daimon (destino) tra diversi modelli di vita (umana, animale, di donna, di persone di successo o fallimentari e via discorrendo). Spettava dunque alle anime il compito di scegliere la nuova esistenza che avrebbero vissuto.
Ogni anima compie scelte differenti. Ciascuna si procaccia la felicità a modo proprio. Per esempio, chi proveniva dalla voragine sottoterra, avendo imparato la lezione, fa scelte più prudenti e scarta la vita di un tiranno. Chi, invece, proveniva dalla voragine celeste, dopo una vita di virtù, vuole precipitarsi in una vita da tiranno. E ancora, chi per ostilità verso il genere umano dovuta alle sofferenze patite aveva scelto di vivere come un’Aquila; chi, stanco di rischiose avventure, aveva preferito la vita di un uomo tranquillo.
Dopo aver compiuto la loro scelta, le anime si recano da Cloto a confermare il proprio destino e, giunta la notte, vengono gettate nella nuova vita>>.
Il significato
Qual’ è dunque il messaggio racchiuso nel mito? Innanzitutto, la morte non è concepita contrapposta alla vita, ma è un’opportunità di tornare alla vita dopo avere appreso qualcosa. Le anime, infatti, scelgono in base alle esperienze fatte nella vita precedente. Ognuna ha quindi la possibilità di rimettersi in gioco indefinitamente.
Questo vale anche per tutti i momenti di crisi che possiamo incontrare nella nostra vita. È dunque nella crisi che risiede la possibilità di rinnovamento e di rinascita: tornare alla vita dopo essere stati trasformati dalla sofferenza stessa. Il tumulto è generativo.
Le anime non ereditano in sorte un Daimon, un destino, lo scelgono. Nella prospettiva platonica, dunque, quello che siamo dipende essenzialmente dalle scelte che facciamo. In questo è racchiuso il secondo significato del mito. Scegliere significa prendere possesso criticamente del proprio passato per migliorare il proprio presente. La scelta è LIBERTÀ: libertà di scegliere chi vogliamo essere e la vita che vogliamo crearci. La Parca diceva: “La Virtù è senza padrone, ciascuno ne avrà di più o di meno a seconda che la onori o che la spregi. La responsabilità è di chi sceglie”.
Come dice la Parca, la possibilità di vivere una vita virtuosa, cioè piena e gratificante, dipende da noi, poiché avendo scelto possiamo renderci migliori e diversi. La nostra esistenza assume più significato quando sappiamo fare consapevolmente le nostre scelte, ovvero, quando sappiamo morire e rinascere (metaforicamente, evolverci, trasformarci) senza dimenticare il nostro passato e da dove veniamo. Il raggiungimento della felicità non si basa sul fatto che c’è una sorte a garantircela, ma trae fondamento dalle nostre stesse scelte. Il Mito di Er ci insegna che non ci può essere eudaimonia (felicità) senza autonomia. Ed essere autonomi significa riconoscersi il potere e la responsabilità di realizzare le condizioni per migliorare la propria vita, orientandola verso il raggiungimento dei nostri desideri, bisogni ed aspirazioni.
Fissare un primo colloquio con uno psicologo è già di per sé l’espressione di una volontà di cambiamento ed è questa volontà che dovrebbe guidare l’intero percorso psicologico, imparando a guardarsi come il timoniere di una nave che mantiene la rotta nonostante le condizioni avverse. Lo psicologo rappresenta un compagno di viaggio, che offre delle mappe attraverso le quali la persona può trovare più agevolmente la rotta. Talvolta, succede che le persone si aspettano dallo psicologo la risoluzione ai loro problemi. Tuttavia, egli è semplicemente uno Specchio. Cosa riflette? Voi stessi. Ed è da lì, dentro di voi, che prendono vita le risoluzioni più illuminanti. Il miglioramento avviene perché la persona comincia, attraverso la terapia, a riconoscere dentro di sé la propria parte vitale, quella creativa, autentica, che magari non è riuscito ad esprimere per anni.
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Dott.ssa Elisa Zobbi, Psicologa-Psicoterapeuta Reggio Emilia