ATTACCHI DI PANICO.
Il disturbo d’attacco di panico (DAP) è caratterizzato da forti crisi d’ansia somatica o psichica breve, accompagnate da una serie di sintomi neurovegetativi e cognitivi tra cui: palpitazioni, sudorazione profusa, tremori, difficoltà a respirare, nausea, vampate di calore o brividi di freddo, secchezza della bocca, dilatazione delle pupille, paura di perdere il controllo o di morire.
Queste reazioni fisiche sono una conseguenza dell’attivazione del nostro sistema nervoso autonomo, che si attiva di fronte ai pericoli per consentirci di proteggerci. È quindi una risposta di difesa del nostro organismo per fronteggiare qualcosa di temuto anche in assenza di una reale minaccia riconoscibile dal soggetto (diversamente dalla paura, in cui la persona si trova davanti ad un pericolo esterno reale).
Chi soffre di attacchi di panico può adottare comportamenti di fuga o di evitamento delle situazioni temute, manifestando un forte bisogno di rassicurazione. Inoltre, il timore della comparsa della crisi, può comportare uno stato di ansia anticipatoria che giustifica il timore di affrontare contesti particolari o situazioni sociali.
Nella società odierna, provare ansia è un’esperienza comune. Prova ad interrompere un istante la lettura e ricorda una situazione in cui ti sei sentito in ansia. Cosa hai provato a livello fisico? Che cosa ti sei detto dentro di te in quel momento? Come hai reagito? È importante prendere consapevolezza di tutte le componenti soggettive dell’esperienza: emozioni, pensieri e comportamento. Infatti, una reazione emotiva è sempre associata al significato che attribuiamo agli eventi.
Ti dirò un’altra cosa che probabilmente non ti aspetti…l’attacco di panico è sempre positivo, e adesso ti spiegherò perché.
Agli inizi del Novecento, il medico ed etologo Ivan Pavlov, studiando i riflessi condizionati nei cani, dimostrò che si può indurre uno stato di ansia combinando nella stessa situazione uno stimolo spiacevole ed uno piacevole. L’esperimento consisteva, prima, nel condizionare un cane a reagire al suono di una campanella, offrendogli del cibo subito dopo l’emissione del suono. Nel giro di pochissimo tempo, bastava questo trillo per provocare nel cane eccitazione e salivazione, anche in assenza di cibo. Una volta condizionato questo riflesso, Pavlov cambiava situazione somministrando al cane uno shock elettrico ogniqualvolta suonava la campanella. Nella mente del cane, il suono veniva così associato sia ad uno stimolo piacevole (la promessa del cibo), sia ad uno minaccioso (lo shock elettrico). In questa situazione, il cane manifestava uno stato d’ansia: voleva muoversi verso il cibo, ma allo stesso tempo aveva paura di farlo.
Ormai avrai intuito che cosa voglio dirti, e cioè che l’attacco di panico, così come altre forme d’ansia, ha in sé un aspetto positivo. La persona entra in uno stato di panico quando associa ad uno stimolo/situazione, contemporaneamente, un sentimento piacevole ed uno spiacevole. Tale esperienza genera un conflitto interiore che immobilizza la persona. Per esempio, un individuo desidera conoscere nuove persone (bisogno di coinvolgimento sociale e di condivisione) e, allo stesso tempo, teme di essere giudicato o escluso, a fronte di esperienze passate di rifiuto; un individuo ha la volontà di vivere una vita indipendente (bisogno di autoaffermazione e di emancipazione) e, contemporaneamente, è spaventato dalla solitudine.
Quando un paziente mi racconta di avere avuto nella sua vita episodi di attacco di panico, sono fiduciosa nel percorso di cambiamento, perché capisco che una parte di sé è in contatto con i propri bisogni emotivi più profondi. Ecco perché l’attacco di panico ha una parte buona, ed ecco il motivo per il quale è utile un percorso psicologico che possa aiutare la persona a riconoscere il bisogno inespresso, nascosto dietro alla crisi di panico. In questi casi è sempre opportuno rivolgersi a specialisti del settore.
Se soffri di attacchi di panico e cerchi psicologi a Reggio Emilia visita la mia pagina per scoprire che cosa faccio e come posso aiutarti.
Dott.ssa Elisa Zobbi, Psicologa-Psicoterapeuta, Psicologi a Reggio Emilia.